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I tesori del Museo Nazionale dell’Antartide: interviste tematiche rivolte agli insegnanti ed allievi delle scuole superiori di I e II grado  inerenti la ricerca in Antartide a partire dalle collezioni dei reperti conservate presso il Museo Nazionale dell'Antartide.


Climate in Antarctica from Sediments and Tectonics

CLAST è una applicazione per iPad didattica e interattiva, sviluppata per spiegare argomenti di Geologia e Scienze della Terra.


 

Darwin - L'origine delle specie
Darwin - L'origine delle specie
Darwin - L'origine delle specie
Flexhibit

Far lavorare gli studenti come se fossero dei piccoli scienziati che organizzano una mostra sulle scienze polari.


 

Data: 
08/06/2015

E’ di questi giorni l’uscita di un articolo (Mikucki et al 2015) che suggerisce la presenza di una vera e propria falda acquifera nelle Valli Secche, al di sotto di ghiacciai e laghi perennemente congelati ed all’interno del permafrost sottostante a questi corpi. La peculiarità però di questa falda è che sarebbe costituita da brine ipersaline che potrebbero contenere interessanti e nuove comunità di microorganismi oltre a portare potenzialmente un importante contributo di nutrienti (in particolare Ferro e Silice biodisponibili) nelle acque oceaniche, tale da modificarne la produttività.

La presenza di intere falde acquifere nel permafrost antartico chiaramente pone interessanti sviluppi in chiave interplanetaria, dato che Marte è interamente costituito da permafrost e che quindi l’analogia antartica suggerisce la possibile presenza di acqua nel sottosuolo del pianeta rosso e, soprattutto, la possibile presenza di comunità di microorganismi metabolicamente attivi, come quelli trovati nei pochi casi di acque campionate dalle falde acquifere nel permafrost antartico.

In realtà, come spesso succede, questa recente scoperta non è una vera scoperta ma una riscoperta, dato che già negli anni 70, durante il progetto DVDP (Dry Valley Drilling Project) si era ipotizzato che potessero essere presenti falde acquifere con brine ipersaline all’interno del permafrost della Taylor Valley (McGinnis et al., 1973 *), anche se le tecnologie utilizzate all’epoca non erano così avanzate e soprattutto gli interessi scientifici di allora erano solo marginalmente focalizzati sul permafrost.

Persino nel programma italiano di ricerca nel 2009, nelle vicinanze della Base Italiana, erano state prima individuate e poi anche campionate brine ipersaline liquide a temperature comprese tra i -15°C e i -13°C (Guglielmin et al., 2009). Certamente però, queste nuove indagini svolte nelle Valli Secche pongono ancor più in evidenza come il permafrost antartico ed la sua idrogeologia possano essere una fondamentale palestra per l’esplorazione di Marte.

                                                                                                     Mauro Guglielmin

 

* McGinnis L.D., Nakao K. and Clark C.C., 1973: Geophysical identification of frozen and unfrozen ground, Antarctica. North American Contribution to the II Int. Conf. on Permafrost., Nat. Acad. Sci., 136-146.