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I tesori del Museo Nazionale dell’Antartide: interviste tematiche rivolte agli insegnanti ed allievi delle scuole superiori di I e II grado  inerenti la ricerca in Antartide a partire dalle collezioni dei reperti conservate presso il Museo Nazionale dell'Antartide.


Climate in Antarctica from Sediments and Tectonics

CLAST è una applicazione per iPad didattica e interattiva, sviluppata per spiegare argomenti di Geologia e Scienze della Terra.


 

Darwin - L'origine delle specie
Darwin - L'origine delle specie
Darwin - L'origine delle specie
Flexhibit

Far lavorare gli studenti come se fossero dei piccoli scienziati che organizzano una mostra sulle scienze polari.


 

Data: 
28/04/2015

E’ noto che l’enorme coltre di ghiaccio che ricopre l’Antartide (oltre 26 milioni di km3) quasi ovunque si estende fino al mare, sul quale si protende con piattaforme di ghiaccio galleggianti, talune estese anche centinaia di migliaia di chilometri quadrati. Ed è da queste piattaforme che più dell’80%  del deflusso dei ghiacci antartici viene dissipato in mare, per distacco di iceberg e, più ancora, per fusione basale all’interfaccia ghiaccio/acqua. Ancorate alle sponde e in parte su locali rilievi sottomarini, le piattaforme  ostruiscono e rallentano il flusso a mare del ghiaccio. Quando il loro spessore si riduce,  diminuisce l’attrito sulle sponde ed arretra la linea ove toccano il fondale e  cessano di galleggiare (linea di ancoraggio). Ne consegue un aumento della velocità di flusso dei ghiacci e delle perdite a mare. Nel caso i fondali marini abbiano una pendenza retrograda, cioè la loro profondità aumenti verso l’interno dell’Antartide (come è il caso nei fiordi) il fenomeno si accentua ulteriormente.

Le piattaforme di ghiaccio galleggianti dagli anni ’90 del secolo scorso hanno attirato l’attenzione. Dapprima sono state le piattaforme della Penisola Antartica a subire vistose riduzioni, talora con episodi catastrofici, come nel 2002, quando la piattaforma Larsen B si è improvvisamente sgretolata in un gran numero di iceberg. Successivamente sono state le piattaforme dell’Antartide occidentale nei settori dei Mari di Bellingshausen  e di Amundsen (Oceano Pacifico meridionale) a destare interesse per la loro riduzione, arretramento della linea di ancoraggio ed aumento della velocità di flusso glaciale (vedi precedenti news). Sulla rivista Science (Paolo et al. 2015), sono stati recentemente pubblicati i risultati delle misure di altimetria radar satellitare ad alta risoluzione temporale (3 mesi) e spaziale (30 km),  delle variazioni di spessore e di volume delle piattaforme di ghiaccio antartiche, in un arco di tempo di quasi due decenni,  dal 1994 al 2012.

Le maggiori perdite di spessore sono state confermate nelle piattaforme  del Mare di Amundsen (in media  quasi - 20 m/decennio, con valore massimo di  - 66 m/decennio) e in quelle del Mare di  Bellingshausen (in media  -7 m/decennio e con valore massimo di  - 64 m/decennio). La riduzione di spessore è stata confermata per le piattaforme della Penisola Antartica e per le Piattaforme del settore Pacifico dell’Antartide meridionale, mentre per le piattaforme dell’Atlantico e dell’Indiano meridionali lo spessore è in aumento o circa stabile. 

Mentre il volume totale di ghiaccio delle piattaforme dell’Antartide orientale è aumentato di circa 150 km3/anno  dal 1994 al 2003 ed ha subito una lieve perdita nel decennio successivo, le piattaforme dell’Antartide occidentale in questo periodo sono sempre state in perdita,  passando  da circa - 140 km3/anno  dal 1994 al 2003 a circa - 240 km3/anno  nel decennio successivo. Complessivamente la perdita di volume dalle piattaforme circum-antartiche da trascurabile  o nulla dal 1994 al 2003 è rapidamente aumentata a oltre – 300 km3/anno  dopo il 2003, con una accelerazione di circa -30 km3/anno2.  In particolare le piattaforme dell’Antartide occidentale, se si protraesse nel futuro la loro riduzione di spessore e il ritiro della loro linea di galleggiamento, in un secolo potrebbero giungere al collasso,  con conseguente aumento della velocità di flusso a mare dei ghiacciai e della velocità di risalita del livello del mare.

Un più puntuale studio sulla piattaforma Larsen B (Penisola Antartica) ha rivelato che dopo il suo collasso nel 2002, la porzione rimanente, apparentemente stabile, mostra anch’essa segni di instabilità, quali un aumento di velocità (accompagnato da  un’accelerazione dei ghiacciai tributari), il ritiro della fronte a mare, una  crescente frammentazione, l’apertura e l’allargamento di lunghi crepacci, segnali tutti  che preludono ad una sua definitiva  scomparsa (Khazendar et al. 2015).

Unitamente alla riduzione della estensione dei ghiacci marini artici, che in pochi decenni potrebbero interamente sparire nella stagione estiva (U.S. National Academies - Polar Research Board),  la riduzione delle piattaforme di ghiaccio antartiche è un segnale della elevata vulnerabilità della criosfera nelle  regioni polari al cambiamento climatico, con conseguenze che si ripercuoteranno sull’intero pianeta.

Giuseppe Orombelli