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I tesori del Museo Nazionale dell’Antartide: interviste tematiche rivolte agli insegnanti ed allievi delle scuole superiori di I e II grado  inerenti la ricerca in Antartide a partire dalle collezioni dei reperti conservate presso il Museo Nazionale dell'Antartide.


Climate in Antarctica from Sediments and Tectonics

CLAST è una applicazione per iPad didattica e interattiva, sviluppata per spiegare argomenti di Geologia e Scienze della Terra.


 

Darwin - L'origine delle specie
Darwin - L'origine delle specie
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Flexhibit

Far lavorare gli studenti come se fossero dei piccoli scienziati che organizzano una mostra sulle scienze polari.


 

Data: 
30/08/2018

Ezio Tabacco ci ha lasciati il 15 agosto.

Professore di geofisica applicata all’Università statale di Milano, fu coinvolto nel PNRA fin dalla prima (anche se non dalla primissima) ora. Il Programma era partito nel 1985. Nel 1988, la quarta spedizione italiana avrebbe avuto un carattere prevalentemente geologico e fu “arruolato” anche Ezio per l’esplorazione geofisica, mediante sismica attiva, dei laghetti circostanti la base di Terra Nova Bay. Era esperto nell’uso di esplosivi, esperienza che aveva acquisito in anni di esplorazione geofisica non solo in Italia, ma anche in nord-Africa.

Da questa prima esperienza Ezio ne uscì entusiasta per gli aspetti ambientali ed i rapporti umani, ma non altrettanto per quelli scientifici… Dopo quella, Ezio è tornato in Antartide altre otto volte, ma più che dai laghetti fu affascinato dall’immensità della calotta continentale e dalle sue problematiche.

La stipula, nel 1993, dell’accordo franco-italiano per la costruzione di una stazione scientifica sul plateau antartico e lo svolgimento del connesso programma di ricerche, da un lato, apriva alla comunità scientifica opportunità uniche sul pianeta e, dall’altro, imponeva uno sforzo enorme dal punto di vista tecnologico ed umano.

Ezio fu fra quelli che colsero l’opportunità e accettarono la sfida, tanto che non esitò a orientare la sua ricerca verso orizzonti completamente nuovi che riguardavano l’uso del radar per l’esplorazione del ghiaccio. In collaborazione con tecnici e ricercatori dello Scott Polar Research Institute di Cambridge, dove trascorse lunghi periodi, sviluppò un sistema radar da montare su un aereo “leggero” tipo Twin Otter, capace di penetrare oltre cinque chilometri di ghiaccio e scansionare il substrato roccioso. La prima applicazione avvenne nell’area della costruenda Stazione Concordia dove fu effettuato il rilevamento del substrato al di sotto del sito di perforazione di EPICA Dome C. Furono inoltre individuati 14 laghi subglaciali, il più grande dei quali fu chiamato - non a caso - Lago Concordia.

I risultati della perforazione EPICA Dome C per la comprensione del clima e il riconoscimento di un attivo e complicato sistema idrologico subglaciale (laghi e fiumi) per la dinamica della calotta sono universalmente riconosciuti fra i più importanti risultati della ricerca scientifica antartica degli ultimi 20 anni.

Sulla spinta, non solo dei risultati ottenuti a Dome C, ma anche di Mario Zucchelli, Ezio effettuò un rilievo rapido, che non era previsto dalla pianificazione, nell’area della stazione russa Vostok, al di sotto della quale, nel 1994 i russi avevano comunicato la presenza di un lago di acqua liquida delle dimensioni del lago Ontario. La cosa generò reazioni e commenti i più svariati sia a livello nazionale sia internazionale. Allo SCAR 2000 a Tokio fummo avvicinati da ricercatori americani e dal direttore del Polar Office dell’NSF che chiedevano spiegazioni sul blitz italiano a Vostok, dove stavano programmando un rilievo più esteso e sofisticato perdendo quindi la primogenitura. La pressione era forte. Da Ezio ottenemmo i profili dei rilievi via fax, dichiarandoci pronti a condividerli in contesto di collaborazione internazionale per l’esplorazione dei laghi subglaciali antartici. Anche grazie all’intervento del Presidente dello SCAR, alla fine del meeting fu costituito il gruppo internazionale dello SCAR per i laghi subglaciali (SALEGOS) ed Ezio fu chiamato a far parte dello steering committee. 

La ricerca sui laghi subglaciali, che lo ha portato più volte in Antartide, è stata anche una opportunità per promuovere la formazione di alcuni giovani attraverso il dottorato in Scienze Polari presso l’Università di Siena, anche beneficiando di borse di studio cofinanziate dal MNA con il quale ha spesso collaborato.

Quello politico è stato un impegno costante della sua vita. Il progresso scientifico era visto come una delle vie per promuovere lo sviluppo della società e la politica doveva assecondarlo. Oltre alle attività politiche sul suo territorio, Ezio ha svolto un ruolo anche nazionale come componente di alcune commissioni del suo partito riguardanti le politiche per la Ricerca e l’Università. In occasione della udienza al Quirinale per celebrare i 25 anni di vita del PNRA, nel luglio 2010, ebbe modo di ripercorrere alcuni di questi momenti con il Presidente Napolitano e di raccogliere una sua dedica autografa su un volumetto programmatico degli anni ’80, che entrambi avevano contribuito ad elaborare. La militanza in un partito con forte impostazione etica ed educativa come quello ha molto influenzato la sua personalità: aperto e disponibile, ma sempre determinato nel sostenere, anche con durezza, le proprie ragioni. 

Con la sua visione del ruolo della scienza nella società non poteva non impegnarsi anche nella divulgazione. Molteplici furono le conferenze svolte nelle scuole e nei circuiti pubblici e privati. Negli ultimi anni aveva sviluppato un’intensa collaborazione con il Museo della Scienza e della Tecnica nel contesto del quale teneva anche una rubrica radiofonica. Nel 2009 volle celebrare i 50 anni del Trattato sull’Antartide a Milano, presso il Museo. Il Trattato per Ezio era una sorta di mito: lo vedeva come l’opera di “visionari” che in piena guerra fredda destinavano un pezzo del pianeta alla pace e alla scienza, alla collaborazione fra paesi. Lui aveva una visione irenica del Trattato e vedeva nell’Antartide il luogo dove di fatto si realizzava la fratellanza fra i popoli. A Milano, illustrando al pubblico questi aspetti, la voce si ruppe, gli occhi si inumidirono e comparvero due lacrime. 

Massimo Frezzotti, Antonio Meloni, Giuseppe Orombelli, Carlo Alberto Ricci