L'Antartide è un continente unico non solo dal punto di vista climatico e ambientale ma anche da quello geologico. L'Antartide, infatti, si distingue dagli altri continenti per essere quasi totalmente coperta da ghiaccio e per la quasi totale assenza di attività sismica. La glaciazione però è una condizione alquanto recente essendo stato il continente libero dai ghiacci per la maggior parte della sua storia geologica. Altri caratteri distintivi sono:
- la presenza di rocce antichissime e di altissima temperatura (1000 °C) che risalgono ai primordi della storia della Terra;
- il complesso di subduzione che, attraverso l’aggregazione di microcontinenti, ha formato l'Antartide Occidentale;
- le locali concentrazioni di meteoriti sulla superficie del ghiaccio.
L'Antartide costituisce quindi un grande laboratorio dove è possibile studiare i cambiamenti geologici globali che hanno interessato il nostro pianeta dalla formazione dei primi nuclei continentali (circa 4 miliardi di anni fa) fino alla glaciazione attuale e che ha avuto importanti riflessi non solo nella geologia ma anche nell’evoluzione degli organismi viventi.
Lineamenti geologici dell’Antartide
Il continente antartico è solitamente diviso in due province geologiche fisiograficamente e geologicamente separate da una catena montuosa, le Montagne Transantartiche, che si estendono per oltre 3.000 km dal Mare di Ross al Mare di Weddell. La prima provincia, l'Antartide Orientale, è la più estesa essendo compresa fra le longitudini 40°W e 155°E, mentre la seconda, l'Antartide Occidentale, si affaccia sull'Oceano Pacifico, e comprende la Penisola Antartica. Le rocce esposte costituiscono circa il 2% dell'area del continente e sono concentrate lungo le zone costiere, le Montagne Transantartiche e la Penisola Antartica.
L'Antartide Orientale è un tipico "cratone continentale" costituito da rocce cristalline (metamorfiche e magmatiche) di età che vanno dall'Archeano (> 2.500 milioni di anni) al Paleozoico Inferiore (c. 500 Ma) sormontate da rocce più giovani di origine sedimentaria e vulcanica. Lungo il margine occidentale del cratone si sviluppa l'orogene di Ross, una fascia di rocce metamorfiche e deformate abbondantemente intruse da corpi granitici, di età Cambro-Ordoviciana (c. 500 Ma).
L'Antartide Occidentale è il risultato dell'aggregazione di microcontinenti ed è composto da rocce metamorfiche e magmatiche di età non precedente al Cambriano. Attualmente, sulla base della distribuzione spazio-temporale delle rocce, vengono distinte due fasce orogeniche sub-parallele al margine pacifico: l'orogene Ellsworth/Weddell di età tardo paleozoico-mesozoica (c. 230 - 180 Ma) e l'orogene andino di età mesozoico-cenozoica (<100 Ma). In definitiva sulla base dei caratteri strutturali ed età, spostandoci da oriente ad occidente si riconoscono: una zona stabile e molto antica (cratone antartico orientale), tre fasce di rocce metamorfiche e magmatiche di età decrescente dalle Montagne Transantartiche alla costa dell'Antartide Occidentale (orogene di Ross, orogene di Ellsworth e orogene Andino) e una provincia vulcanica Cenozoica nella Penisola Antartica. In Antartide quindi l'attività geologica si è progressivamente spostata nel tempo da oriente verso occidente ed in particolare il bordo pacifico del continente ha costituito un margine continentale attivo dal tardo Precambriano sino al Cenozoico.
L’Antartide e i supercontinenti Rodinia e Gondwana
L'amalgamazione e la frammentazione dei supercontinenti è un processo che si è ripetuto più volte nella storia della Terra ed è un tema di ricerca di grande attualità in quanto ha profonda influenza sul livello marino, sull’entità e distribuzione dei bacini sedimentari, sul tasso di erosione continentale, sulla distribuzione, migrazione e diversificazione degli organismi terrestri e marini. Per ricostruire i processi di aggregazione o frammentazione dei supercontinenti i geologi si basano essenzialmente su due principi:
- la corrispondenza morfologica dei margini dei continenti e
- la continuità di elementi geologici della stessa età fra continenti separati (ideali sono a questo proposito le strutture a sviluppo lineare come le catene orogeniche).
Così come è possibile leggere una pagina di giornale stracciata, quando se ne facciano coincidere i margini e corrispondere le righe, è anche possibile ricostruire la distribuzione dei continenti nel passato geologico. Questa metodologia è stata ampiamente utilizzata per ricostruire il supercontinente Gondwana ma anche per ipotizzare l'esistenza di altri supercontinenti di età Precambriana quale il supercontinente Rodinia. Secondo una recente ipotesi, nel Mesoproterozoico sarebbe esistito il supercontinente Rodinia comprendente l'Antartide Orientale, il Sud America, l'Africa, l'Australia, l'India e il Nord America (Laurentia). Il coinvolgimento di tutti questi continenti in Rodinia è fondamentalmente basato sull'esistenza di rocce della stessa età appartenenti alle orogenesi comprese fra 1.300 e 900 milioni di anni. A partire dal Neoproterozoico, Rodinia inizia a frammentarsi via via si separandosi dagli altri continenti, e ruotando in senso orario intorno a Sud America e Africa si allontana fino a raggiungere l'emisfero boreale.
L’evoluzione del supercontinente Gondwana
Il Gondwana è un supercontinente che è esistito fra 500 e 150 milioni di anni fa. La sua ricostruzione è basata sulle corrispondenze morfologiche e la comune storia geologica documentata dalle rocce che sono presenti nei vari continenti. La figura evidenzia in modo schematico i nuclei archeani (>2.500 Ma) e quelli proterozoici (c. 2.500 - 600 Ma); le fasce orogeniche di Ross (c. 510 - 480 Ma), di Ellsworth (c. 230 - 200 Ma) ed Andina (c. 200 - 65 Ma). La ricostruzione colloca l'Antartide Orientale al Polo Sud attuale.
La storia dell'Antartide nel supercontinente Gondwana è lunga e variegata. Dopo la completa amalgamazione di Gondwana (circa 500 milioni di anni fa), l'Antartide si è trovata in posizione polare in epoca Carbonifero-Permiana, ciò ha determinato una glaciazione che ha portato allo sviluppo di una calotta glaciale più grande di quella che copre l'Antartide attualmente, le cui tracce, in termini di modellamento e depositi glaciali, sono presenti oltre che in Antartide anche in Australia, Sud America, Africa ed India.
Successivamente (tardo Permiano) Gondwana iniziò a migrare verso latitudini intermedie ed il clima divenne progressivamente più mite: cominciarono a svilupparsi delle grandi foreste a Glossopteris, una flora decidua che testimonia la presenza in Antartide di foreste di conifere dopo la glaciazione Carbonifero-Permiana. Le foreste a Glossopteris sono esclusive dell'emisfero meridionale, che sono testimoniate dalla presenza di foglie e tronchi fossili in rocce sedimentarie di età Permiana.
Nel Trias, in Gondwana, compare il rettile erbivoro, alto circa un metro e lungo quasi due metri, noto come Lystrosaurus, il quale non avendo sviluppato particolare adattamento al nuoto su lunghe distanze, è considerato come la migliore evidenza della continuità fisica di quei continenti durante quel periodo.
Frammentazione di Gondwana e isolamento dell’Antartide
La storia post-Giurassica di Gondwana è caratterizzata dalla frammentazione dei vari blocchi continentali e dal loro successivo allontanamento verso le attuali posizioni. Il primo episodio (c. 130 Ma) ha interessato il Gondwana occidentale con lo sviluppo dell'oceano proto-Indiano e la separazione di Africa e Sud America. A 125 Ma comincia ad aprirsi l'Atlantico meridionale che porterà intorno a 80 Ma alla separazione fra Africa e sud America. A 110 Ma, l'apertura di un ramo laterale dell'Oceano Indiano conduce alla separazione dell'India che comincia la sua migrazione verso nord, fino alla collisione con l'Asia e conseguente creazione della catena Himalaiana. Intorno a 60 Ma si fa risalire la separazione Antartide - Australia. A circa 30 Ma inizia il distacco della Penisola Antartica dal Sud America, con la formazione dello stretto di Drake e lo sviluppo della corrente circumpolare antartica. E’ da allora che l'Antartide si ritrova completamente isolata e centrata al Polo Sud, con il successivo sviluppo della potente calotta glaciale.
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