L'Antartide è l'ultimo continente del nostro Pianeta ad essere stato scoperto ed esplorato. Sebbene ipotizzata fin dall'antichità, la sua esistenza fu dimostrata soltanto nella prima metà del 1800. Infatti, una serie di esploratori si sono avventurati alla conquista del continente antartico a partire dal 1738 fino ai nostri giorni. La storia dell’esplorazione inizia con Jean Baptiste Charles Bouvet de Lozier, che nel 1738 supera per primo il 44° parallelo scoprendo quell’isola, ritrovata solo nel secolo successivo, che porta il suo nome. Il grande navigatore James Cook al comando dei velieri Resolution e Adventure il 17 gennaio 1773, fu il primo europeo al mondo a navigare oltre il circolo polare antartico (66° 30’ S). Costeggiando a lungo la banchisa, avvistò numerosi iceberg ed ipotizzò l'esistenza del continente, ritenendolo inavvicinabile, tanto da affermare: "E' talmente grave il pericolo che si corre nel riconoscere una costa in questi mari gelati e sconosciuti, che io oso asserire che nessuno potrà mai penetrare più in là di quanto mi venne concesso e le terre che possono trovarsi al sud non saranno mai toccate da piede umano".
Queste parole non tenevano però conto dell'enorme voglia e capacità di esplorazione dell'uomo. In breve tempo si susseguirono una serie di spedizioni volte alla scoperta del continente ghiacciato. Fabian Gottlieb Thaddeus von Bellingshausen, nel 1820, con una spedizione organizzata dallo Zar Alessandro I, è il primo a scorgere il continente. Nel 1823 James Weddell, esploratore inglese, con le navi Jane e Beaufoy, portò a termine il rilievo delle Orcadi Australi e nel febbraio dello stesso anno raggiunse 74°15’ di latitudine Sud, scoprendo il mare che oggi porta il suo nome. Jules Sebastien Cesar Dumont d’Urville ufficiale della marina francese, nel 1837 salpato da Tolone con due corvette, l'Astrolabe e la Zélée, avvista il continente antartico e scopre un tratto di terra ferma che denominerà Terra Adelie in onore della moglie.
E' la spedizione di James Clark Ross che ottenne risultati più rilevanti nell'esplorazione dell'Antartide. Ross, nel 1839 con due navi l’Erebus e il Terror, salpò per l'emisfero sud. Trascorse i successivi tre anni a fare osservazioni geografiche e magnetiche tornando in Tasmania durante l'inverno. Lui ha scoperto la Terra Vittoria (in onore della sovrana britannica), McMurdo Sound, il Mare di Ross e il grande Ross Ice Barrier e ha aggiunto molte funzionalità minori alla mappa. Tornato in patria, nel 1847, ha scritto due volumi: “A Voyage of Discovery and Research in the Southern and Antarctic Regions 1839-1843”, uno dei libri più importanti mai scritti sull’Antartide.
Verso la conquista del Polo Sud
Dopo la spedizione di Ross, che aveva finalmente aperto la strada all'esplorazione del continente, seguirono altre spedizioni nate con lo scopo di raggiungere il Polo Sud. La spedizione Discovery (1901-04) è stata la prima missione esplorativa britannica diretta verso le regioni antartiche, sessanta anni dopo il viaggio di Ross. Deve il suo nome alla Discovery, la nave utilizzata per raggiungere l'Antartide. Organizzata grazie all'apporto congiunto della Royal Society e della Royal Geographical Society (RGS), la spedizione aveva come obiettivo una serie di ricerche scientifiche e di esplorazioni geografiche in un continente allora per massima parte sconosciuto. È stata inoltre il trampolino di lancio per molti degli esploratori che hanno contribuito al mito dell'Epoca Eroica delle esplorazioni antartiche, inclusi Robert Falcon Scott (comandante della missione), Ernest Shackleton, Edward Wilson, Frank Wild, Tom Crean e William Lashly. Scott raggiunse lo Stretto di McMurdo dove vi costruì una base in legno, quindi portò a termine una serie di traversate in slitta sulla Piattaforma di Ross e nei dintorni di McMurdo al fine di approfondire le conoscenze della zona. Furono raccolti numerevoli dati meteorologici, biologici, geologici e geofisici. Il tedesco Erich von Drygalski (1902-1903), con la nave Gauss, eseguì numerose osservazioni meteorologiche con palloni aerostatici ed uno studio accurato sulle abitudini di vita di foche e pinguini. La conquista del Polo Sud si deve ad un grande esploratore norvegese Roald Amundsen. Con la nave Fram, raggiunse, nel gennaio 1911, la Piattaforma di Ross da dove partì insieme ad altri tre uomini e quattro slitte trainate da cani per arrivare al Polo Sud il 14 Dicembre 1911 cinque settimane prima del suo eroico competitore Capitano Scott. Il successo fu dovuto all'accurata preparazione della spedizione e all'intelligente scelta di materiale, itinerario e uomini. Rimase al Polo quattro giorni festeggiando e effettuando misurazioni, con ritorno al campo base il 25 gennaio 1912, dopo aver percorso 2.980 km in 99 giorni. Nel giugno del 1910 il capitano Scott, a bordo della nave Terranova, salpò nuovamente per il continente antartico. Il campo base invernale venne costruito a Capo Evans, vicino alla costa nella Baia di Mcmurdo. La baracca in cui alloggiavano gli uomini della spedizione e lo stesso Scott venne chiamata “la capanna”: misurava 15 metri di lunghezza, 7.50 metri di larghezza e 2.70 di altezza, ed è conservata come monumento storico della Nuova Zelanda. Il 17 Gennaio 1912, Scott raggiunse il Polo Sud con quattro uomini (Wilson, Oates, Bowers e Evans), dopo un viaggio di terribile difficoltà per le avverse condizioni meteorologiche. La cocente delusione di essere stati preceduti da Amundsen è chiaramente resa dallo stesso Scott: "Dio mio! Questo posto è orribile, ed è terribile per noi aver speso tante fatiche ed energie senza nemmeno il vanto della priorità!" Amarezza e depressione caratterizzarono il viaggio di ritorno. Il 18 febbraio morì Evans; il 17 marzo Oates uscì nella tormenta per affrontare la morte. Inchiodati nella tenda da un incessante bufera, a soli 18 km dal principale deposito viveri, One ton, il 29 marzo morirono anche i tre superstiti. Gli scritti e le lettere di Scott furono ritrovati un anno dopo insieme ai corpi dei componenti la spedizione.
L'esplorazione aerea
Nel periodo compreso tra le due guerre, l'esplorazione antartica effettuò un notevole salto di qualità grazie all'impiego di mezzi aerei. Si può ricordare George Hubert Wilkins, esploratore australiano, che tra il 1924 ed il 1928 prese parte a varie spedizioni antartiche. Fu lui che compì il primo volo sul continente antartico: rilevò la topografia insulare della Terra di Graham, scoprendo la Terra di Hearst e scattò una serie di fotografie della Penisola Antartica. Nel 1929 l'americano Richard Byrd sorvolò il Polo Sud con il suo biplano, un'impresa mai riuscita prima di allora, ed esplora il Mare di Ross, scoprendo i monti Rockefeller, la catena di Edsel Ford e la terra di Marie Byrd. Lincoln Ellsworth, miliardario americano, tentò più volte di attraversare il continente antartico, riuscendo nella sua impresa nel novembre 1935. Con il suo aereo Polar Star attraversò il continente dalla Terra di Graham a Little America (base costruita da Byrd presso la Baia delle Balene, sulla Piattaforma di Ross), peraltro raggiunta a piedi a causa dell'esaurimento del carburante che lo obbligò ad effettuare un atterraggio di fortuna. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel corso dell'operazione High Jump gli Stati Uniti d'America entrarono in forze in Antartide con 13 navi (portaerei, rompighiaccio), un sommergibile, aerei ed elicotteri. Dal 1955 al 1957, gli Stati Uniti rilanciarono nuovi investimenti nella campagna denominata Deepfreeze. Fu installata la base McMurdo, con la prima pista di atterraggio per gli aerei pesanti e, nel marzo 1957, fu inaugurata la base Amundsen-Scott al Polo Sud. Nel frattempo anche Francia ed Australia cominciarono a costruire le proprie basi.
Con l'Anno Geofisico Internazionale (1 luglio 1957 - 31 dicembre 1958) si aprì una nuova epoca che coincide con l'età scientifica dell'esplorazione dell'Antartide. In occasione di quell'anno, lavorarono in collaborazione 900 ricercatori di 13 nazioni e furono costruite 40 basi antartiche.
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